La trebbiatura

Paolo Nardini

La trebbiatura del grano, oltre a rappresentare una molteplicità di aspetti legati alla tradizione, costituiva uno dei momenti più importanti dell'annata agraria, quello con il quale si conclude un intero processo produttivo.

Il grano costituiva, per la maggior parte dei poderi, il principale prodotto. Questo è certamente il motivo per cui si individuano nella fase di trebbiatura del grano una molteplicità di significati, soprattutto di carattere simbolico.

trebbiaturaPer lo svolgimento di quest'attività vigeva una regola di reciproco scambio di lavoro: i membri di diverse famiglie si aggregavano, prima in un podere, poi nell'altro.

Da un punto di vista tecnologico la trebbiatura costituisce il momento finale del lavoro di un intero anno, del quale qui sarà sufficiente tracciarne brevi linee.

L'anno agrario ha inizio in autunno, con i lavori di aratura. A seconda della zona territoriale, dell'apparato tecnico a disposizione, della disponibilità di "braccia", ma anche di coppie di buoi, questa operazione poteva svolgersi in maniere differenti. Nelle aree pianeggianti, dove i campi sono molto ampi la trebbiatura poteva essere svolta, per poter raggiungere una maggiore profondità della terra, attraverso un traino costituito da più coppie di buoi, fino ad arrivare alle tecniche, all'inizio del secolo estremamente innovative, dell' aratura elettrica, nella quale la forza trainante era ricavata da potenti motori elettrici che attraverso dei cavi muovevano l'enorme aratro verso gli opposti bordi del campo.

Seguivano le altre operazioni come la semina, lo spargimento del concime e l'interramento del seme. Tutte queste attività, che nel passato venivano svolte prevalentemente facendo uso della forza delle braccia, richiedevano una notevole quantità di tempo. In seguito al processo di meccanizzazione dell'agricoltura, con l'introduzione delle moderne macchine, le stesse operazioni hanno richiesto un impegno minore, sia dal punto di vista fisico, sia da quello relativo ai tempi delle singole lavorazioni.

trebbiaturaAll'inizio dell'estate si iniziavano i lavori di mietitura. Questa tecnica si è andata modificando profondamente nel tempo: dalla "segatura del grano" con la falce messoria, si è passati all'uso di macchine che, trainate dai buoi, tagliavano gli steli, lasciandoli giacere sul terreno. Questi dovevano poi essere raccolti a mano in "balzi". Ad una successiva fase di sviluppo evolutivo dell'apparato tecnico, si è passati all'uso di una macchina simile che oltre a "segare" il grano, lo raccoglieva automaticamente in "balzi".

Terminata l’operazione, il grano veniva trasportato nell'aia e lì raccolto per essere prelevato agevolmente al momento della trebbiatura. Era necessario porlo in maniera tale, con le spighe rivolte verso l'interno del mucchio, di modo che, in caso di pioggia, i chicchi rimanessero all'asciutto.

Anche l'ulteriore fase di lavorazione, la separazione dei chicchi dalla spiga, ha subito nel tempo un processo di modificazione, dovuto all'introduzione, anche in questo caso, di un apparato tecnico via sempre più evoluto. Sinonimo di "trebbiare" è "battere" il grano. Questo deriva dal fatto che le primitive operazioni di separazione dei chicchi avvenivano per mezzo di una vera e propria battitura degli stessi con dei bastoni. Si tratta del "correggiato", uno strumento composto da due parti in legno, collegate da una funicella, delle quali l'una, più lunga e sottile, costituisce l'impugnatura, mentre l'altra, più massiccia, è la parte utensile, quella cioè che con un movimento di rotazione si va ad abbattere sulle spighe, frantumandole, e facendone fuoriuscire i semi.

Durante la trebbiatura,nei poderi della pianura, era necessario l'intervento di una notevole quantità di persone. Per questo costituiva pratica corrente lo scambio reciproco di lavoro fra le famiglie di poderi limitrofi, le quali spesso erano legate da rapporti di parentela. Oltre a queste, di solito era presente un operaio specializzato meccanico che presiedeva all'avviamento del motore, agli spostamenti ed al posizionamento della macchina. Addetti alla trebbiatura erano prevalentemente maschi, ma insieme alla macchina trebbiatrice si spostavano anche le donne della famiglia, che aiutavano nella preparazione dei cibi e nello svolgimento delle faccende domestiche in generale.

Durante le operazioni era presente un emissario del padrone del podere per controllare che non avvenissero sottrazioni di prodotto da parte del contadino. Si introducono in questo modo due ulteriori sistemi di relazione: uno di tipo orizzontale (i rapporti fra le famiglie di contadini di poderi vicini e/o imparentati fra loro), e l'altro di tipo verticale (i contadini mezzadri che lavoravano la terra ed i proprietari che ne raccoglievano i frutti). Si ricorda infatti che fino agli inizi degli anno sessanta era ancora diffuso il rapporto mezzadrile, che qui si riassume per sommi capi: il contadino conduttore si assumeva l'obbligo di risiedere presso il podere con la propria famiglia, e di renderlo produttivo lavorandone la terra; per contro il proprietario aveva il diritto di ricevere il cinquanta per cento dei prodotti, oltre ad una serie di altri servizi che variavano da zona a zona, ma che spesso si concretavano in regalie e prestazioni di lavoro presso la fattoria, ed in opere di miglioramento del podere.

Un'analisi più approfondita potrebbe rivelare una forma di gerarchia all'interno dei rapporti di tipo orizzontale, cioè quelli fra le famiglie contadine, per esempio fra contadini che stavano meglio rispetto ad altri più svantaggiati, in virtù di una diversa ampiezza o migliore disposizione dei terreni coltivabili, ma anche di una più vantaggiosa composizione della famiglia. Ma ciò che fin da adesso è evidente è il profondo squilibrio esistente al livello dei rapporti verticali, tale da poter essere definito un rapporto di sfruttamento. Nel periodo considerato il contadino era nella stragrande maggioranza dei casi analfabeta, e questo lo poneva in netto svantaggio rispetto al proprietario, la cui soglia minima di istruzione era il saper leggere e scrivere. In molti casi, addirittura, i proprietari terrieri, non solo facevano parte della borghesia del posto, ma andavano a costituire la classe politica dominante a livello locale. In tutti quei casi in cui era necessario contabilizzare singoli momenti del loro rapporto (prestito di denaro, o, più di frequente anticipazione di prodotto, o valutazione dei beni conferiti dalle due parti) è chiaro che il proprietario - istruito - si trovava in netto vantaggio. Oltre a questo, mentre il contadino aveva scarse possibilità, se non a partire dalla metà del secolo in poi, di organizzarsi in forme di lotta e di rivendicazione sociale, i proprietari, a livello locale, "facevano corpo", nel senso che costituivano un gruppo all'interno del quale i membri si scambiavano informazioni, fra l'altro, riguardo alle famiglie contadine. Era difficile per un contadino abbandonare un proprietario semplicemente per delle discordie con questo, e sperare di poter avviare un rapporto mezzadrile con un altro proprietario della zona: questo, prima di assumerlo, si informava dal precedente, e se non riceveva buone referenze, lo rifiutava.

E' necessario considerare il complesso intreccio di relazioni all'interno delle quali si colloca la trebbiatura, di ordine tecnologico in primo luogo (l'inserimento cioè in un processo tecnico-produttivo, l'apparato strumentale a disposizione, le tecniche utilizzate in senso più stretto),ma anche geografico-territoriale, inteso come rapporto con la natura circostante, l'insieme di possibilità offerte e di costrizioni esercitate (le caratteristiche podologiche, il clima, la viabilità, ed altro), ed in ultimo, ma non per questo meno importanti, i rapporti sociali, dei due ordini, come si è visto, verticali ed orizzontali.