Economia di montagna
Paolo Nardini
La coltivazione del castagneto, attività diffusa nell'Amiata, lungo una corona intorno ai cinquecento-seicento metri di altitudine, richiede una serie di attività da svolgersi durante l'anno a scadenze determinate dalla stagione climatica. La raccolta avviene durante il mese di ottobre, ed inizia facendo la cosiddetta "ricciaia", cioè ammucchiando i ricci ancora chiusi. Questi in seguito verranno aperti con una pressione operata su di essi con il tacco delle scarpe, oppure, come si è rilevato a Monticello Amiata, facendo uso di un particolare strumento, il "magliozzo", un maglio di legno composto da un manico e da un martello in legno a due teste.
Le castagne vengono raccolte con le mani, frugando fra i ricci aperti, e depositate in panieri, da cui verranno riversate nei sacchi di juta.
Tutta la raccolta di castagne viene trasportata fino al "seccatoio" presente nel castagneto, dove avviene la cernita del prodotto migliore, da vendere fresco, rispetto a quello destinato all'essiccazione.
Il "seccatoio" è un capanno in muratura a due piani, il cui solaio è costituito da assi in legno, sui quali vengono depositate, attraverso una apertura, le castagne da essiccare. Al piano inferiore viene acceso un fuoco che dovrà ardere ininterrottamente per tutto il tempo necessario all'essiccazione, che varia anche a seconda della quantità di prodotto da trasformare, ma che va dai trenta ai quaranta giorni. Durante questo periodo il proprietario del "seccatoio" deve vigilare costantemente il fuoco, sia per mantenere all'interno una temperatura costante, sia per evitare che le fiamme si estendano al raccolto, rovinandolo, oppure che si spenga il fuoco, facendo raffreddare le castagne, (in quel caso non sarebbe più possibile liberarle dalla scorza)
Le operazioni successive sono quelle relative alla "battitura", cioè alla liberazione della polpa del frutto dalla scorza e dalla pellicola interna. Questo deve avvenire nel più breve tempo possibile e vede il concorso di una molteplicità di persone delle quali ognuna svolge un ruolo ben definito.
Durante l'inverno, fra novembre e dicembre, i castagni vengono potati, vengono cioè eliminati i rami superflui, che comunque non darebbero frutti. Questo un tempo avveniva a colpi d'ascia, recentemente sostituita dalla moderna motosega. I rami abbattuti vengono poi ripuliti dalla ramaglia per mezzo del pennato.
Sempre durante il periodo in cui la vegetazione "è ferma", prima che con la primavera le piante emettano le gemme nuove, vengono svolti i lavori di innesto: le piantine giovani che si decide di rendere produttive, vengono innestate con "marze" ricavate dai castagni domestici.
Alla fine dell'estate il suolo del castagneto viene ripulito dalle erbe, dal fogliame e dai rametti che spezzandosi sono caduti dagli alberi. Più il suolo sarà pulito, meno difficoltose saranno le operazioni di raccolta