Achille di Roccatederighi

achilleTestimonianza suidisciplinati flagellanti 

Achille, un vecchio nato a Roccatederighi nel 1883 ed emigrato per lunghi anni in Francia come minatore, non ha che vaghi ricoirdi sui flagellanti, ma è forse l'ultimo testimone della vicenda: vive in una casa del paese vecchio dove è stato possibile ascoltarlo una sera dell'inverno del 1977. Le sue sono state immagini fugaci: da bambino si affacciava alla finestra al passaggio di quegli uomini misteriosi nel vicolo che si battevano ripetutamente, colpendo anche i muri e facendo un gran fracasso:
 
"M'affacciai alla finestra e si picchiavano: pum! pum! pum! Eh si" Avevo sei o sett'anni o otto n'avrò avuti; 'un è mica un giorno sai! Ma dieci al massimo... ma 'un l'avevo! Avevano la cappa... Era gente... verso l'undici, la mezzanotte. Sortivano di quassù, dalla chiesa, poi facevano 'l giro del paese, poi tornavano 'n chiesa a rispogliessi. Erano dieci o dodici... Io sentivo: turutun! turutun! Vedevo la gente: mi sò alzato... dalla finestra... vedevo questi, che si battevano"
 
Tratto da: 
Roberto Ferretti. Quando le macchie saranno giardini. Edizioni Il Golfo, Follonica, 1981