Brandano

brtanmdanoIntorno alla prima metà del '500 un personaggio lurido e cencioso si aggira per le campagne del Senese e dell'Amiata. Porta una rozza tunica, è scalzo, ed al rosario che gli cinge la vita ha infilate ossa di morto; con queste batte spesso un teschio a mo' di tamburo e chiama la gente alla rettitudine dei costumi, affermando vicini la fine e il giudizio. Il suo nome è Bartolomeo Garosi, detto dal popolo Brandano, il "pazzo di Cristo".
La vita di Brandano è per certi versi esemplare: anche lui, come Lazzaretti, nasce da una famiglia umile, si sposa, è rissoso e bestemmiatore, ha in disprezzo ogni forma di religione, finché una illuminazione improvvisa, seguita ad un incidente, lo costringe sulla via di Damasco. 
Brandano rifugge così dal mondo e inizia quelle pellegrinazioni che lo condurranno in tutti i paesi della zona, a Roma, in Spagna.
[...] Brandano non avrà mai seguaci, non tenterà mai di dare vita ad un movimento organizzato e si riterrà solo un intermediario umano anche se particolarmente illuminato e cosciente tra Dio e il popolo. Gli insulti alla corruzione del papato, alla immoralità dei concittadini, saranno dettati poi dalle suggestioni di un preciso momento storico, che vede la fine della Repubblica Senese e l'affermarsi della Signoria Medicea e della potenza Spagnola.
 
l suo pensiero, se di pensiero si può parlare, non verrà mai codificato, così frammentario e incoerente come si presenta e solo la tradizione orale, giovandosi di tutta una serie di storie romanzate, lo ha recepito, certo arricchendolo di spunti proverbiali moraleggianti, di dati campanilistici, di brevi ed apocalittiche profezie popolari. Il loro ricordo è ancora vivo tra i più anziani dell'Amiata, pur nel quadro di una generale dissoluzione della cultura tradizionale: parlano di paesi che dovranno rimanere sepolti per un'ora sott'acqua, che incontreranno tristissimi eventi quando il mutamento di una qualche geografia circostante segnerà la pienezza dei tempi, che vedranno capovolte le normali sorti esistenziali.  
 
 La veridicità di Brandano sta, per quelli che ancora ne parlano definendolo variamente "Beato"," Santo", "Romito","Pòro", nell'aver saputo prevedere tempi luttuosi ed avvenimenti catastrofici:
 
"Quando le carrozze andranno senza cavalli il mondo sarà pieno di travagli"
 
"Poveri popolini quando le macchie saranno giardini" etc.
 
In qualche caso la velata simpatia degli anziani informatori si fa aperta adesione al suo agire e, come come succede spesso anche per Davide [Lazzaretti], gli si attribuisce un ruolo di campione degli umili, di emancipatore dei più poveri. 
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Emma racconta delle "profezie di Brandano" aggiungendo come fosse un uomo giusto che "voleva levà a' ricchi per dà a' poveri". 
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Tratto da: 
Roberto Ferretti. Quando le macchie saranno giardini. Edizioni Il Golfo, Follonica, 1981