La torciata di San Giuseppe
Pitigliano
Secondo la tradizione il 19 marzo, di prima mattina, uomini e donne si recavano lungo l'antica strada per Sovana, alla "Cava di San Giuseppe", dove è conservata in una nicchia nel tufo, una immagine del santo.
Gli uomini costruivano lunghe torce con canne secche e rami di vitabbia, che accendevano all'imbrunire, dirigendosi verso il paese in processione. I resti delle torce finivano di ardere in un grande falò nella piazzetta di Capisotto.
Secondo la credenza il fuoco ha il potere di scacciare l'inverno, e di favorire l'arrivo della primavera Nel tempo la festa ha subito delle modificazioni: il punto di partenza della processione è stato spostato alla Porta Sovana, e termina nella piazza del Comune. Oltre alle torce, con le canne viene costruita una grossa croce, anch'essa incendiata.
Al termine del rito gli organizzatori della festa offrono ai presenti il dolce tipico della ricorrenza: le frittelle di riso.
Nell'arco del tempo la festa ha subito delle modificazioni. Si distinguono tre momenti: il periodo precedente la seconda Guerra Mondiale, durante la quale la tradizione si è interrotta, la sua ripresa negli anni '70, le modificazioni intervenute alla fine degli anni '80.
Nell'edizione del 1987 scompare il "crocione", e a partire dall'anno successivo l'inizio della torciata viene spostato alla via cava del Gradone. Il fantoccio antropomorfo che viene incendiato alla fine della festa nella piazza del municipio, l'"Invernaccio" fa la sua prima comparsa.
Alessandro Giustarini
Alexia Proietti