Leggende
Paolo Nardini
Quelle elencate di seguito sono alcune delle più note leggende raccolte in Maremma da vari autori, e da me rielaborate nel rispetto dei contenuti originari.
La leggenda si trasforma, perdendo alcuni aspetti che la caratterizzano, diventando, in un certo senso, altro da sé, nello stesso momento in cui qualcuno, letterati, studiosi, la raccolgono, codificandola, fissandola nella scrittura, rielaborandola, talvolta. Insomma, la leggenda in senso stretto, esiste finché non diventa patrimonio degli studiosi, finché resta nell'ambito dei suoi narratori-fruitori. Ma il fatto che migri da un ambiente sociale all'altro, fa parte della vita stessa della leggenda. E questo comporta necessariamente una modificazione, una trasformazione: la perdita di qualcosa e l'acquisizione di qualcosaltro. Ma comporta anche una rivitalizzazione, la rimessa in circolo, magari in ambiti diversi da quello di origine.
Perciò quelle che si presentano qui sono la rielaborazione, assai recente, in quasi tutti i casi, delle leggende raccolte da diversi autori, da Idilio Dell'Era a Fenenna Bartolommei, a Alfio Cavoli, a Roberto Ferretti, ed altri.
Questa scelta non è stata casuale, ed è frutto di alcune riflessioni, fra le quali, forse quella più determinante, è relativa al rapporto fra l'Archivio e le scuole, particolarmente la scuola dell'obbligo: spesso la semplificazione narrativa agevola le/gli insegnanti nel lavoro didattico.
Chi si trovasse ad utilizzare nella didattica queste narrazioni, è pregata/o di darcene traccia scrivendo al seguente indirizzo di posta elettronica:
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